Katherine Johnson, negli anni pionieristici dell’esplorazione spaziale americana, faceva parte del West Area Computer del Langley Research Center della NASA.
Si definiva “un computer, quando i computer indossavano le gonne”.
Ma le persone del suo gruppo di lavoro erano comunemente identificate con il nome di “coloured computers” ovvero calcolatrici di colore.
Sì, perché la West Area Computer era formata quasi totalmente da donne afro-americane in grado di elaborare molto velocemente calcoli complessi con il solo ausilio di una calcolatrice meccanica.
E Katherine Johnson era una di loro. Una che sapeva contare.
D’altra parte nella sua vita fin da bambina aveva contato tutto. Lei stessa diceva: “Ho contato i passi per la strada, i gradini per salire alla chiesa, il numero di piatti e posate che ho lavato… tutto ciò che si può contare, l’ho contato.”
Per la NASA, munita di matita, gomma, squadra e calcolatrice meccanica, ha calcolato le traiettorie del volo di Alan Shepard, il primo americano a volare nello spazio.
E quando nel 1962 la NASA ha introdotto i computer per calcolare il volo orbitale di John Glenn, Katherine Johnson è stata chiamata a “controllare” il computer. Lo stesso Glenn chiese di far rieseguire i calcoli “alla ragazza”: “Se dice che sono corretti, allora sono pronto a partire”.
Ma il suo più grande contributo all’esplorazione spaziale è quello fornito alla missione Apollo 11. La missione che porterà il primo uomo a calpestare il suolo lunare. Sono infatti di Katherine Johnson i calcoli per la sincronizzazione del modulo lunare con il modulo di comando e il calcolo delle traiettorie di inserzione lunare. Per questo è ricordata ancora oggi come “la donna che ci portò sulla Luna”.
Mercoledì 15 Giugno, in compagnia di Francesca Paita, ripercorreremo la lunga vita di questa straordinaria donna, una vita talmente eccezionale da diventare nel 2016 un film: “Hidden Figures” tradotto in italiano come “Il diritto di contare”.
Senza dubbio Katherine Johnson è stata una persona che ha contato molto. Non solo numeri, ma da donna afroamericana ha anche sfidato e vinto razzismo e sessismo. Di lei Barak Obama, conferendole una tra le più alte onorificenze americane, la Medaglia della Libertà, dirà:
“Katherine è stata una pioniera che ha infranto i confini di razza e genere, mostrando a generazioni di giovani che tutti possono eccellere in matematica e scienze e raggiungere le stelle”.
Appuntamento quindi per Mercoledì 15 Giugno alle ore 21 nella nostra aula virtuale su piattaforma Jitsi per conoscere meglio la storia di questa eccezionale donna.