In un assolato e caldo pomeriggio di fine Luglio, siamo partiti per compiere un lungo (ma non poi così lungo) viaggio alla scoperta dell’Osservatorio Astronomico delle Alpi Apuane.
Dopo poco più di un’ora in auto (per l’appunto, non poi così lungo) siamo giunti alla nostra meta, nei pressi di Stazzema.
Lì abbiamo trovato ad accoglierci Roberto, socio del Gruppo Astronomico Viareggio (G.A.V.).
Roberto ci ha accompagnati lungo un breve sentiero nel bosco, circondato da castagni, edere, frassini e felci.
La passeggiata di per sé è già fantastica e offre scorci sul Monte Forato, sulla Pania, il Procinto, il Corchia, il Matanna…
Quando si arriva in fondo al sentiero, però, si pensa davvero di essere arrivati nel paradiso degli Astrofili: quello che tanti anni fa era solo il rudere di una stalla è stato sapientemente trasformato nel primo Osservatorio Astronomico delle Alpi Apuane dai volontari del Gruppo Astronomico Viareggio!
Situato a 600 metri di altezza, l’osservatorio si presenta come un bellissimo edificio in pietra circondato da alberi da frutto.
All’interno si può ammirare una sala conferenze con proiettore, una ricca biblioteca di riviste e libri sull’astronomia, e una sala di controllo per il telescopio Newton da 25cm montato sul tetto.
Rimaniamo letteralmente a bocca aperta mentre visitiamo il bellissimo osservatorio, passando di stanza in stanza ed ammirando anche alcuni vecchi telescopi in attesa di restauro, mentre le nostre guide (nel frattempo a Roberto si sono aggiunti Davide, Michele, Roberto, Angelo e Luigi) ci illustrano tutti i lavori che sono stati effettuati all’osservatorio e quelli che ancora vorrebbero fare (tra le altre cose è in progetto una piccola foresteria).
Terminiamo questa visita preliminare con un breve saluto al Newton da 25cm e ci dirigiamo verso il giardino attiguo, per consumare la cena, all’ombra di secolari alberi di castagne, noci ed abeti.
La loro presenza protegge l’osservatorio dai venti, ci racconta Davide, e soprattutto in inverno, quando il vento di tramontana arriva con forza da nord, la maestà di questi alberi diventa un frangivento vivo che ripara tutta la cima.
E, mentre avanza l’imbrunire, ognuno di noi si appresta a consumare la sua cena al sacco, e il cerchio attorno al quale ci siamo posizionati, assume la forma di un antico focolare.
Come avveniva un tempo, da quelle semplici tavole di legno, disposte in cerchio, abbiamo ascoltato le storie più belle: le storie di un sogno, ci racconta Roberto, le storie delle fatiche e imprevisti, come le forti nevicate e l’isolamento del COVID, le storie di una passione che, dopo trent’anni, ha preso forma e ha dato vita a questo pezzo di paradiso, un vero e proprio “gioiellino” desiderato, curato e custodito dai soci del G.A.V.
Soddisfatto lo stomaco, è tempo di soddisfare la vista!
Le prime stelle stanno comparendo nel cielo, si riconoscono già Arturo, Vega, Spica e Altair quando si cominciano a montare gli strumenti.
L’osservatorio gode di una bellissima esposizione a Nord che ci permette di osservare l’ammasso globulare M13, la nebulosa planetaria M57, alcune stelle doppie.
E’ stato particolarmente interessante osservare questi oggetti con diversi strumenti. Gli amici del G.A.V. ci hanno infatti messo a disposizione diversi telescopi, tra cui sicuramente spiccavano un riflettore tipo Dobson da 30cm, e uno splendido rifrattore da 13cm.
Tra un oggetto del profondo cielo ed un altro siamo anche riusciti a catturare il passaggio di entrambe le stazioni spaziali orbitanti: la Tiangong e la ISS.
Ma la serata non è ancora finita: veniamo accompagnati prima sul tetto per osservare le operazioni di accensione del telescopio da 25 cm e successivamente ci accomodiamo nella sala conferenze al primo piano.
Da lì abbiamo la possibilità di vedere in diretta come nasce una fotografia astronomica.
Nel giro di pochi secondi vediamo apparire sul telo da proiezione l’immagine di due galassie che sembrano danzare una attorno all’altra.
Appena pochi secondi più tardi una seconda immagine viene sommata alla prima e la qualità della foto migliora sensibilmente.
Basta meno di un minuto per poter osservare le venature di rosso e blu attorno alle galassie.
Questo piccolo miracolo si ripete più volte e nel giro di mezz’ora osserviamo formarsi davanti ai nostri occhi delle splendide foto della Galassia Vortice, Girandola, dell’Ammasso Globulare dell’Ercole, della Nebulosa Planetaria Manubrio, della Nebulosa Anello, la Velo, la Crescent ed infine la Trifida.
Ormai è quasi mezzanotte. Non vorremmo davvero andare, ma ci attende un’ora di strada. Peccato la foresteria non sia ancora pronta!
Raccogliamo le nostre cose e ci avviamo nuovamente lungo il sentiero nel bosco, non prima di aver firmato il bellissimo registro delle presenze e ringraziato e fatto i complimenti ai nostri gentilissimi ospiti (e i complimenti e i ringraziamenti non sarebbero mai stati abbastanza).
Tornando verso Pisa incrociamo il traffico del sabato sera.
Chi è stato al mare, chi al ristorante, chi in discoteca. Ovunque fosse tutta quella gente durante la sera, ci dispiace un po’ per loro, perché sicuramente nessuno ha vissuto una serata bella quanto la nostra.
Autore: Marco Giglio e Paola Cerrai
Contributi fotografici: Paola Cerrai, Giada Faralli, Marco Giglio, Annalucia Loni, Giovanna Piccione.