Le comete hanno sempre affascinato l’uomo, in antichità si pensavano portatrici di sventure, ma in ogni caso erano oggetti che attiravano l’attenzione e l’interesse degli astronomi.
La cometa C/2022 E3 (ZTF) meglio conosciuta come Cometa di Neanderthal non si è sottratta a questo fascino. Forse perché l’ultima volta che era passata nelle vicinanze della terra il nostro pianeta era ancora abitato da una popolazione di ominidi con grandi arcate sopraccigliari e mascella sporgente che noi oggi chiamiamo uomo di Neanderthal, forse perché sappiamo che ripasserà nei pressi della terra, forse, tra 50.000 anni, ma in ogni caso questa cometa è diventato un caso mediatico e un numero sempre maggiore di persone si sono interessate a lei.
E noi astrofili ovviamente siamo tra quelle persone. Armati di macchine fotografiche e di telescopi siamo così partiti alla ricerca di un luogo adatto per poterla ammirare.
La prima sera ci incontriamo nelle campagne cascinesi in una zona sufficientemente lontana dalle luci della città. È il 4 febbraio ma la serata non è molto fredda ed è piacevole star fuori.
Sul posto ci accoglie una splendida luna piena.
Certo non ci coglie di sorpresa, sapevamo che ci sarebbe stata, infatti alcuni arrivano muniti di macchina fotografica e cavalletto e si dedicano proprio a fotografarla.
In attesa dell’arrivo di Davide, Anna scatta e ci regala, questa bella immagine della luna.
Arriva Davide e porta la vera attrazione della serata, il Dobson 16″ 402mm f4.5 dell’Associazione.
Il Dobson attira l’attenzione di tutti e il suo montaggio diventa quasi l’evento della serata.
Montato e collimato, il tutto accompagnato dalle utilissime spiegazioni di Davide, eccolo pronto per offrici una visione privilegiata del cielo.
Primo soggetto Giove. Si notano distintamente le due bande colorate che lo attraversano e 3 dei satelliti medicei. Dopo l’osservazione di Giove spostiamo l’attenzione sul falcetto di Venere prima che tramonti.
È ancora troppo presto per provare a osservare la cometa e così puntiamo il dobson su Orione. La nebulosa di Orione è splendida, si notano distintamente le stelle al suo interno e la nebulosità appare di un colore verdastro. Bellissima.
Prima di dedicarsi alla cometa c’è ancora tempo per osservare le splendide 7 sorelle, le Pleiadi.
La tanto attesa cometa in realtà è la nota deludente della serata, troppo il chiarore della luna, non si riesce a distinguere quasi niente. E così si decide di continuare a inseguire la cometa organizzando una nuova serata per la settimana successiva in zona Santa Luce per cercare di ridurre al minimo l’inquinamento luminoso.
Per questa sera si torna a casa ma non siamo delusi.
Sabato successivo, si ritenta.
Arrivo nel posto stabilito nelle campagne di Santa Luce con il sole appena tramontato e il colpo d’occhio è bellissimo. Non per il cielo, ancora chiaro per mostrarci qualcosa, ma per il numero di persone che vedo la maggior parte impegnata a montare strumenti e macchine fotografiche con alle spalle uno splendido tramonto rosso fuoco.
Prima di me un’altra spettatrice inconsueta aveva osservato incuriosita il gruppo di astrofili al lavoro.
E’ una bella volpina rossa che poi disinteressata, o forse impaurita, se n’è andata via.
Ma non prima di farsi immortalare dall’occhio attento della macchina fotografica di Anna.
Davide questa volta ha portato il C8 dell’Associazione e poi ci sono gli strumenti dei soci: il rifrattore 90mm di Andrea e quello di Anna, l’ APO AP 66 di Patrick, il Dobson Skywatcher 150/1200 di Giuseppe, l’Etx90, mak da 90mm focale circa 1300, che Matteo ha portato per l’osservazione sono solo alcuni degli strumenti a disposizione dei soci per la serata. Ci sono poi i binocoli, l’8×42 di Andrea e il 10×50 Maria e ovviamente le macchine fotografiche. Matteo oltre il telescopio monta anche una macchina fotografica con obiettivo da 135 e astroinseguitore.
Il cielo comincia a farsi scuro e cominciano a spuntare i pianeti, Giove, Venere, Marte e le prime stelle Sirio, Betelgeuse, Aldebaran. Orione piano piano si mostra in tutto il suo splendore così come il muso del Toro e le Pleiadi. La serata è un po’ freschina ma limpidissima.
Matteo non si lascia sfuggire l’occasione di fare qualche prima fotografia ai pianeti perfettamente illuminati dalla luce del tramonto.
Chi non è coinvolto nel montaggio degli strumenti segue Andrea che, munito di laser, ci fa un ripasso delle costellazioni del cielo invernale partendo da Orione perché il grande carro si nasconde dietro una montagnetta e ancora non si mostra. Per trovare la stella polare questa volta partiamo quindi da Cassiopea.
Il cielo ora è completamente scuro ed è… splendido. Un po’ perché il cielo invernale è forse tra i più belli che si possono ammirare un po’ perché il luogo è veramente ottimale per l’osservazione.
Si parte quindi. Ogni telescopio punta qualcosa di diverso, i pianeti, Orione, le Pleiadi, anche le macchine fotografiche si dedicano a oggetti diversi.
Qui accanto un esempio: M42 (nebulosa di Orione) con nebulosa Fiamma e Testa di Cavallo fotografata da Matteo.
Per tutti è possibile spostarsi da uno strumento all’altro e osservare oggetti diversi ma anche osservare lo stesso oggetto con strumenti diversi e capire le differenze delle varie ottiche.
Tutto molto interessante e affascinante.
Si ma la cometa? Non eravamo arrivati fin qui proprio per lei?
Si punta finalmente la cometa. Ci appare debole e piccolissima, uno sbuffetto di luce nel cielo scuro. Forse non è l’oggetto più bello visto nella serata ma ha il suo fascino pensare che quell’oggetto proviene da zone remotissime dell’Universo, che passa qui vicino a noi dopo 50.000 anni per salutarci e forse non tornare mai più. Quanti mondi a noi sconosciuti ha incontrato nel suo girovagare per l’Universo? Qualcun altro avrà alzato lo sguardo per ammirarla oltre noi?
Non lo sapremo mai, ma forse per tutti questi motivi quel piccolo sbuffetto nel cielo non ci delude.
Si smonta tutto e si torna a casa, serata splendida.
Autore: Francesca Paita
Contributi fotografici: Luigi Madella, Anna Musolino, Fabio Panin, Davide Quattrociocchi, Matteo Scienza